Secondo innumerevoli studi recenti la pratica dello yoga e il dolore possono essere messi in relazione: infatti, lo yoga ha un impatto positivo sulla regolazione di molte funzioni biologiche (pressione arteriosa, sistema immunitario, fattore infiammazione), sullo stato mentale ed emotivo, sul sistema nervoso, sull’elaborazione dello stress post traumatico, sulle funzioni psichiche.
Gli impatti positivi dello yoga
La reazione rilassamento
Attraverso la “reazione di rilassamento” (relaxation response), espressione coniata al
Massachusetts General Hospital negli anni Settanta sulla base delle osservazioni del cardiologo
Herbert Benson sulla meditazione, lo yoga aiuta a combattere lo stress attivando il sistema
antistress (parasimpatico) e portandoci ad una condizione di maggior benessere.
Lo yoga e l’ansia
I ricercatori della Boston University school of Medicine hanno studiato gli effetti di 12 settimane di yoga sui livelli dell’acido y-amminobutirrico (GABA, neurotrasmettitore rilevante nel disturbo post-
traumatico da stress, ansia, depressione) nel talamo e hanno messo a confronto lo yoga con camminate della stessa durata. È risultato che lo yoga migliora l’ansia e l’umore più della
camminata, aumentando i livelli di GABA nel talamo, specificatamente in quello sinistro, che è
legato al sistema nervoso parasimpatico.
Lo yoga stimola inoltre la produzione di proteine che
favoriscono la crescita neuronale e determina l’aumento di un fattore di crescita chiamato fattore
neurotrofico cerebrale, BDNF, che aiuta i neuroni a vivere più a lungo, favorisce lo sviluppo di
nuovi neutroni e stimola la memoria a lungo termine.
Lo yoga e il dolore
Uno studio pubblicato nella rivista scientifica Cerebral Cortex ha esplorato le basi
neuroanatomiche degli effetti benefici dello yoga sul dolore.
I ricercatori hanno riscontrato che la
quantità di materia grigia nel lobo dell’insula e della corteccia prefrontale mediale è correlata a una
maggiore tolleranza del dolore, e a sua volta la quantità di materia grigia in queste zone del cervello
implicate nell’autoregolamentazione, è correlata a una maggiore esperienza di yoga. I ricercatori
hanno concluso che i loro studi indicano una relazione di tipo causale fra la pratica di yoga e le
dimensioni dell’insula cerebrale e corteccia prefrontale zona del cervello legata all’empatia, alla
compassione, l’apprendimento, la comprensione di sé e la regolazione emotiva.
I praticanti di yoga nello studio hanno presentato l’utilizzo di strategie cognitive che attivano il
sistema nervoso parasimpatico e la consapevolezza enterocettiva per tollerare meglio il dolore
(Villemure et al., 2014).
Lo yoga e il cancro al seno
Un altro studio pubblicato nel 2020 in Journal of Pain and Symptom Management ha riportato
gli effetti benefici dello yoga e della meditazione per le donne affette da cancro al seno. Le donne
presentavano, infatti, livelli molto più bassi di uno specifico fattore di trascrizione che attiva parti
del genoma che causano processi infiammatori. Ciò significa che lo yoga ha proprietà
antinfiammatorie, perché a livello molecolare è in grado di inibire l’espressione di geni associati
allo stato infiammatorio. Nello studio viene concluso che lo yoga, e in particolare la meditazione,
sono associati a miglioramenti acuti nel dolore da cancro (Carson et al., 2020).
Yoga e DNA
La scienza dimostra inoltre che questa azione protettiva nei confronti dello stress e
dell’infiammazione si verifica anche a livello del DNA molecolare. Lo yoga protegge le nostre
cellule dall’usura poiché fa aumentare la telomerasi, un enzima che aiuta a preservare la lunghezza
dei telomeri (estremità dei cromosomi) proteggendo le cellule dall’invecchiamento.